Tutte le attività industriali e artigianali producono, durante le lavorazioni, dei microinquinanti (sotto forma di polveri, fumi, vapori, ecc.) che si disperdono negli ambienti di lavoro.
Basti pensare alle polveri di legno in una falegnameria, all´emissione di solventi nella fase di verniciatura o fumi di metalli in una saldatura.
La presenza dell´inquinamento da sostanze chimiche nell´ambiente di lavoro può divenire, a seconda della concentrazione raggiunta, di notevole rischio nei confronti del personale esposto.
Queste sostanze contaminanti si posso presentare sotto forma di:
Polveri, nebbie e fumi
Gas e vapori
Con questi termini si intendono particelle solide sospese nell aria (quello che solitamente viene definito particolato).
Siamo in presenza di polveri quando un materiale solido viene scomposto in minuscoli frammenti. Naturalmente più fine è la polvere, maggiore è il rischio per l’operatore.
Le nebbie sono minuscole gocce che si formano partendo da materiali liquidi mediante processi di nebulizzazione e condensazione, come per esempio la verniciatura a spruzzo. I fumi, infine, si formano quando un qualsiasi materiale allo stato solido viene vaporizzato da un elevato calore: il vapore così formato si raffredda molto velocemente e condensa in particelle finissime.
Per proteggersi da polveri nebbie e fumi si utilizzano i facciali filtranti certificati secondo la normativa EN149, dispositivi che utilizzano un metodo di filtrazione simile a quello di una rete che cattura particelle che per la loro dimensione non passano attraverso le maglie della rete stessa.
ATTENZIONE: Mascherine igieniche economiche per polvere grossolana (particelle con diametro maggiore di 5 micron) non conformi alla Norma EN149 non offrono alcuna protezione e, per legge, non è permesso utilizzarle come dispositivo di protezione individuale.
Non dimentichiamo infatti che la polvere grossolana è comunque sempre accompagnata dalla presenza di polvere fine.
Le mascherine igieniche economiche non certificate prevengono possibili contaminazioni del prodotto manipolato, viene quindi protetto l´ambiente esterno dall’utilizzatore, e NON chi indossa la mascherina. (esempio: industrie alimentari).
In questo caso ci troviamo di fronte ad agenti contaminanti che si comportano esattamente come l´aria e si vanno a combinare con l´atmosfera circostante.
Gas e vapori sono costituiti da molecole così piccole da essere in grado di penetrare i filtri dei facciali filtranti, pertanto si rende necessario l´impiego di un filtro chimico, come ad es. i filtri a carboni attivi delle semimaschere o delle maschere pieno facciale che agiscono come una spugna nei confronti di gas o vapori.
Il tipo di rischio più comune è quello derivante da gas e vapori organici (per esempio solventi, vernici, vernici a spruzzo ed adesivi).
I “TLV” sono i valori limite di esposizione elaborati dall´Associazione degli Igienisti Americani (ACGIH), ed indicano le concentrazioni massime delle sostanze disperse nell´aria alle quali si ritiene che la maggior parte dei lavoratori possa rimanere esposta ripetutamente senza alcun effetto negativo per la salute;
più il TLV è basso e più una sostanza è pericolosa, in quanto basta una piccola quantità presente nell´ambiente di lavoro per creare una situazione di rischio.
Esempio: il TLV della cellulosa è pari a 10 mg/m³. Ciò significa che in concentrazioni fino a tale valore il lavoratore non corre rischi. In presenza di polveri e nebbie di rame il valore limite è pari a 1 mg/m³:
da ciò è intuibile che le polveri di rame sono più pericolose rispetto a quelle di cellulosa.
Al fine di semplificare la valutazione degli inquinanti in ambiente di lavoro, gli Igienisti Americani dell’ACGIH hanno definito i TLV in 3 categorie:
TLV-TWA (Threshold Limit Value – Time Weighted Average)
TLV-STEL (Threshold Limit Value – Short Term Exposure Limit)
TLV-C (Threshold Limit Value – Ceiling)
TLV-TWA È il valore limite per esposizioni prolungate nel tempo (è il limite più importante). Rappresenta la concentrazione media, ponderata nel tempo, degli inquinanti presenti nell´aria degli ambienti di lavoro nell´arco dell´intero turno lavorativo ed alle quali si presume che il lavoratore possa trovarsi esposto 8 ore al giorno, per 5 giorni alla settimana, per tutta la durata della vita lavorativa senza risentire effetti dannosi.
TLV-STEL È il valore limite per esposizioni di breve durata. Rappresenta la concentrazione alla quale i lavoratori possono essere esposti per brevi periodi di tempo (max 15 minuti) senza che insorgano irritazioni, danni cronici o irreversibili dei tessuti, oppure riduzione dello stato di vigilanza che possano aumentare le probabilità di infortuni, o influire sulle capacità di mettersi in salvo in caso di emergenza, o ridurre materialmente l´efficienza lavorativa.
TLV-C È il valore limite di soglia massimo. Rappresenta quella concentrazione che non può essere mai superata durante tutto il turno lavorativo neanche per un istante. Il TLV-C è previsto solo per un insieme di sostanze (che rappresentano quasi un quarto di quelle presenti nella tabella dell´ACGIH) ad azione immediata, irritante sulle mucose o ad effetto narcotico, tale da interferire rapidamente sullo stato di autocontrollo e di attenzione del lavoratore con possibili dannose conseguenze sulla persona stessa (infortuni) o sulle operazioni tecniche cui è preposto.
Sostanza | TLV-TWA (mg/m3) | TLV-STEL (mg/m3) | TLV-C (mg/m3) |
---|---|---|---|
Polveri di legno duro | 1,00 | ||
Polveri di legno dolce | 5,00 | 10,00 | |
Nicotina | 0,50 | ||
Cellulosa | 10,00 | ||
Ammoniaca | 17,00 | 24,00 | |
Nerofumo | 3,50 | ||
Silicato di calcio | 10,00 | ||
Cromo VI | 0,01 | ||
Rame, polveri e nebbie | 1,00 | ||
Anidride carbonica | 9.000,00 | 54.000,00 | |
Epicloridrina | 1,90 | ||
Acetone | 1.180,00 | 1.782,00 | |
Alcool metilico (metanolo) | 262,00 | 328,00 | |
Formaldeide | 0,37 | ||
Stirene | 85,00 | 170,00 | |
Toluene | 188,00 | ||
Xileni | 434,00 | 651,00 |
Il Decreto Ministeriale 2 maggio 2001 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n° 209 dell´8 settembre 2001 – Supplemento Ordinario n° 226) fissa dei criteri ben precisi al fine di determinare il corretto facciale filtrante da utilizzarsi in un determinato ambiente di lavoro.
A tale scopo occorre conoscere:
– Il tipo di contaminante
Per particelle solide e liquide non volatili (polveri, nebbie e fumi) si consiglia l’uso di facciali filtranti o semimaschere (nel caso in cui sia richiesta l’ermeticità assoluta).
Per Gas o Vapori si consiglia invece l´utilizzo di semimaschere o maschere pieno facciale dotate di filtri ai carboni attivi
– La concentrazione del contaminante
L’analisi dei rischi che l’azienda ha compiuto ai fini della legge 626 ci fornisce la concentrazione della sostanza dispersa in quel particolare ambiente, valore che bisogna confrontare con il valore limite di esposizione (TLV) per quella sostanza, dato che si rileva facilmente da manuali tecnici o dalle schede di sicurezza della sostanza stessa.
Nel caso di particelle solide e liquide non volatili (polveri, nebbie e fumi):
Se la concentrazione è inferiore al TLV: non è necessario adottare alcuna protezione individuale.
Se la concentrazione è maggiore del TLV e inferiore a 4 volte il TLV: è necessario utilizzare un facciale filtrante FFP1.
Se la concentrazione è compresa tra 4 volte il TLV e 10 volte il TLV: è necessario utilizzare un facciale filtrante FFP2.
Se la concentrazione è compresa tra 10 volte e 30 volte il TLV: è necessario utilizzare un facciale filtrante FFP3.
Esempio
Polveri di cellulosa
TLV = 10 mg/m³
Se la concentrazione è inferiore a 10 mg/m³: non è necessaria alcuna protezione.
Se la concentrazione è compresa tra 10 mg/m³ e 40 mg/m³: bisogna utilizzare un facciale FFP1
Se la concentrazione è compresa tra 40 mg/m³ e 100 mg/m³: bisogna utilizzare un facciale FFP2
Se la concentrazione è compresa tra 100 mg/m³ e 300 mg/m³: bisogna utilizzare un facciale FFP3
Quando non si conosce la concentrazione del contaminante, in casi eccezionali, si può scegliere il facciale in base al valore del TLV della sostanza stessa:
FFP1
TLV > 10 mg/mc
FFP2
0,1 < TLV < 10 mg/mc
FFP3
TLV < 0,1 mg/mc