ICEA per l’ Associazione Onlus Groupe Envol Afrique
Anche quest’anno ICEA ha voluto contribuire con una donazione in denaro alla realizzazione dei progetti dell’Associazione Onlus Groupe Envol Afrique. Il testo della lettera che segue è un sunto dei tanti progetti che sono stai realizzati per le persone del Benin. Il contributo di quest’anno di ICEA sarà destinato al sostentamento dell’orfanotrofio.
Più che il testo parlano le immagini: volti di persone che ora hanno un ospedale dove potersi curare, sguardi felici per un pozzo che prima non c’era, sorrisi di bambini che finalmente possono mangiare a pasto e andare a scuola e volti colmi di speranza per mamme che possono partorire assistite da una vera ostetrica.
Ma se sono tanti ed importanti i progetti realizzati lo sono ancora di più quelli in attesa di esserlo. E allora tutti noi con il nostro, anche piccolo, ma essenziale, contributo possiamo essere parte di questo grande lavoro volto a dare aiuti concreti, reali, a gente che non ha nulla e soprattutto volto a dare una cosa ancora più importante: la speranza.
“Tutto nacque da un primo viaggio di volontari al seguito di Don Romain che si volevano rendere conto della situazione in cui viveva la popolazione di quel paese, specialmente riferito ai bambini. Fu un’esperienza bellissima ma anche traumatica che ci fece piangere più volte di fronte ai piccoli dell’orfanotrofio di St: Therèse di Thatchou che non avevano più niente da mangiare quando siamo arrivati noi con i nostri aiuti.
Da lì sorse subito il proponimento di fare qualcosa sia per l’orfanotrofio che per creare un ambulatorio dove la gente in particolare i bambini potessero avere un minimo di cure gratuite e al nostro rientro in Italia formammo subito un Associazione di volontariato che in pochissimo tempo fu riconosciuta subito come Onlus.
Sono seguiti altri viaggi durante i quali non abbiamo mai mancato di tornare dai nostri piccoli dell’ambulatorio con doni in alimenti vestiario e giocattoli, ma soprattutto stando a lungo con loro per abbracciarli e dimostrargli il nostro affetto.
In un’occasione abbiamo visitato un villaggio devastato da un alluvione e gli abitanti ci hanno richiesto delle lastre di metallo ondulato per ricostruire i tetti delle capanne. Siamo dovuti andare (quella volta eravamo solo due donne) in moto a giro per il villaggio sedute dietro a uno dei capivillaggio che ci voleva mostrare tutta la devastazione e abbiamo promesso di non dimenticarci di loro.
Infatti dopo un anno siamo tornati in un bel gruppo e abbiamo inaugurato un pozzo artesiano fatto costruire proprio in quel misero villaggio con il finanziamento esclusivo della ditta Bassilichi.
Abbiamo visitato e aiutato una clinica ostetrica per gravidanze a rischio di una brava ostetrica, la prima diplomata in città e lì abbiamo, visto le condizioni igieniche del posto, abbiamo una prima volta acquistato uno sterilizzatore nella capitale e poi negli anni seguenti, con donazioni varie, tra cui sicuramente anche quelle della Icea, abbiamo fatto costruire bagni e docce in muratura per le partorienti e abbiamo acquistato in due volte tutti i letti e materassi nuovi per 20 persone.
Nell’orfanotrofio abbiamo fatto costruire cucine al coperto e sala da pranzo per i bambini perchè altrimenti durante la stagione delle piogge le suore non potevano neanche preparare pasti caldi avendo i pentoloni da piazzare sul fuoco nel cortile all’aperto.
Poi la nostra grande sfida è stata quella di comprare un terreno con i soldi di alcuni donatori specifici e iniziare a farci costruire un piccolo ospedale/ambulatorio di pronto soccorso che è stato completato e arredato sempre con le donazioni dei nostri sostenitori e con il 5 per mille che ogni anno tanti sostenitori ci dedicano nella loro dichiarazione dei redditi. Il poliambulatorio, a seguito della riforma statale sulla sanità pubblica e privata, proprio per evitare abusi di alcuni, ha dovuto presentare una documentazione al ministero che è stata approvata e si attende a giorni l’ispezione che confermi che può essere ripresa l’attività medica a pieno regime. A questo proposito il nostro sogno sarebbe quello di fare una campagna “adotta un Medico” e “adotta una ostetrica” perchè con la riforma gli stipendi dei sanitari anche nel privato saranno molto più cari per equipararli al pubblico.
Nei nostri progetti futuri c’è poi l’ambizione di poter far costruire il secondo piano della struttura dedicando le poche camere alla degenza dei piccoli pazienti e delle famiglie che provengono da molto lontano.
Un altro progetto che ha riscosso da subito un enorme successo è stato quello di organizzare ogni anno in Agosto quando le scuole pubbliche chiudono, dei corsi di recupero e di apprendimento per i bambine del quartiere Nima che è il luogo dove c’è la struttura che ospita i volontari quando andiamo a Parakou. In quel posto i bambini passano la giornata migliorando il loro apprendimento scolastico e ricevendo un pasto caldo. Le famiglie sono felicissime e ogni anno se ne presentano sempre più facendo diventare l’accoglimento più problematico per ragioni logistiche e di finanziamenti.
Poi ogni anno per le feste facciamo organizzare un pranzo per loro che è un momento a cui tengono moltissimo e ognuno viene vestito meglio che può in segno di festa.
Il microcredito alle donne viene portato avanti rinnovando il prestito a chi ne ha bisogno per una seconda volta o includendo via via altre donne che devono iniziare una loro piccola attività di sostegno alla famiglia sia nell’artigianato che nell’agricoltura e nel piccolo commercio.
Questo in breve è un po’ la storia del nostro percorso di aiuti in Benin durante questi ultimi 10 anni e speriamo con l’aiuto di tanti amici e benefattori come Icea di poter continuare con i nostri progetti e poter fare sempre di più per aiutare sempre un maggior numero di bisognosi.”
http://www.envolafrique.org/