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Facciali filtranti: l’arma contro lo smog

Torniamo ad affrontare un tema che affligge tutto il mondo compreso il nostro Bel Paese: l’aria inquinata.

I dati emersi dal rapporto annuale dell’Oms relativi alla qualità dell’aria sono allarmanti: in tutto il mondo nove persone su dieci respirano un’aria troppo inquinata, i decessi all’anno causati dall’inquinamento atmosferico sono circa 7 milioni l’anno, i valori medi sono superiori a quanto raccomandato per la salvaguardia della salute.

L’analisi si basa su dati di 4.300 città in centro Paesi: sono stati analizzati valori dell’inquinamento atmosferico, cioè generato da polveri sottili e ultrasottili, e di quello indoor, causato dai metodi di riscaldamento o di cottura più nocivi per l’ambiente, come stufe a carbone o a legna.

L’aria inquinata è la causa addirittura del 24% di tutte le morti per attacco cardiaco, del 25% degli ictus, del 43% delle morti per malattie polmonari ostruttive e del 29% dei tumori al polmone. Le zone più colpite dall’inquinamento e dai relativi decessi sono quelle del sud-est asiatico e del Pacifico Occidentale, con più di due milioni di morti, mentre in Europa le vittime sono circa 500 mila. Si tratta di dati che fanno paura, visto che dai calcoli emerge che lo smog uccide più di Aids, Tbc, diabete e incidenti d’auto sommati insieme.

Ricordiamo che  il limite annuale fissato per la salvaguardia della salute umana è di 10 µg/m³ di polveri sottili PM2,5. In molte città come Nuova Delhi, Pechino e Shanghai, questa soglia viene costantemente superata più di cinque volte.

Ma anche in Italia non siamo esenti. Come fare? Il problema dovrebbe essere risolto alla radice: cambiando il modo di vivere, optando sempre per il basso impatto ambientale, in tutto: per i trasporti, per riscaldarci, per comunicare.

C’è chi l’ha fatto e respira aria sana, come Calgary in Canada, considerata la città più pulita al mondo, merito delle politiche governative che hanno ridotto il traffico attraverso un trasporto pubblico elettrico. Ci sono anche diversi anche i centri di scarto, smistamento e riciclaggio di materiali.

Si tratta di un modello virtuoso da prendere come esempio.

Per quel che riguarda l’Europa citiamo Oslo in Norvegia, Stoccolma in Svezia, Zurigo e Berna in Svizzera e Helsinki in Finlandia. Per tutte queste città il merito va alla scelta di un trasporto pubblico efficiente, ecologico o addirittura elettrico, unito a un buon sistema di smaltimento dei rifiuti e ad ampi spazi verdi per ossigenare l’ambiente.

Fuori dai confini europei tra le città più virtuose citiamo Honolulu, nelle Hawaii, dove, per ridurre l’inquinamento, è stata vietata la circolazione pesante di automezzi limitando quindi gli scarichi di fumi nell’aria. Sempre negli Usa spicca Minneapolis dove troviamo moltissime  piste ciclabili e un buon sistema di trasporto pubblico ecologico. In Giappone troviamo Katsuyama, una città molto piccola basata sul turismo, pulitissima vi si organizzano numerosi festival legati ai temi dell’ecologia, della pulizia e dell’ambiente.

In Canada citiamo anche Ottawa, che vanta un’eccellente organizzazione dei trasporti pubblici e un’iniziativa primaverile indirizzata a ripulire parchi, strade, marciapiedi e spazi verdi.

Ci auguriamo di arrivare a questi livelli, ma nel frattempo? Nel frattempo consigliamo vivamente di proteggere le vie respiratorie con i facciali filtranti, l’unico rimedio efficace per  difendersi dalle polveri sottili, visti gli scarsi effetti ottenuti con i provvedimenti di limitazione del traffico.

E’ fondamentale usare solo mascherine marchiate EN149: le mascherine che spesso si vedono indossate da passanti, ciclisti e purtroppo anche dalle forze dell´ordine, NON sono assolutamente adatte alla filtrazione delle polveri fini. Si tratta infatti delle cosiddette “mascherine igieniche” per polveri grossolane, non conformi alla norma EN149 e non offrono alcuna protezione se non, come detto, per le polveri grossolane. Per legge non è permesso utilizzarle come dispositivo di protezione individuale, ma per la protezione dell´ambiente esterno da possibili contaminazioni originate da chi indossa la mascherina.
Le mascherine non marchiate EN149 possono infatti servire esclusivamente per prevenire possibili contaminazioni del prodotto manipolato, viene quindi protetto l´ambiente esterno dall’utilizzatore e NON chi indossa la mascherina (esempio: industrie alimentari). Qui tutti i nostri facciali

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